Tattoo guru @LaGazzettaDelloSport
Fiducia. Passaparola sotto la doccia. Capacità di tradurre in un simbolo i successi sportivi e i valori della forza, della perseveranza e della protezione familiare. Colli e polpacci. Braccia col volto dei figli da baciare dopo un gol e schiene ricoperte di disegni da mostrare alle telecamere, rischiando l’ammonizione. Tra i calciatori, i tatuaggi rimangono argomento prediletto.Egli artisti che li realizzano sono un circolo chiuso di prescelti che i campioni si passano di bocca in bocca, scatenando la voglia di emulazione tra i compagni e tra tifosi: "La rosa che ho tatuato sul collo di Radja Nainggolan me l’hanno chiesta almeno in mille, non scherzo" racconta Fabio Onorini dello studio "Fronte del porto" di Roma. "Ovviamente, mi sono rifiutato categoricamente di riprodurla". Un enorme fiore rosso sul quale si sono inseguite le interpretazioni più strampalate: un segno d’appartenenza alla nazionale belga, l’emblema della libertà gitana, la perfezione celeste unita alla passione carnale. "Ma in realtà, la forma del collo e la presenza del pomo d’Adamo impediscono di realizzare disegni geometrici, la scelta quindi era tra una ragnatela e una rosa, e lui ha deciso per quest’ultima", spiega il tatuatore, che ha disegnato anche la pelle di Maicon, Perotti e De Rossi e ha assunto nel suo studio prima come apprendista e ora provetto tatuatore Gianmarco Materazzi, primogenito dell’ex difensore dell’Inter e campione a Germania 2006, che con la moglie Daniela gira il mondo in visita agli studi più rinomati, per legare ciascun viaggio a un nuovo simbolo: "So che Marco e la compagna sono appena stati a Los Angeles nello studio di Ben Grillo", continua Onorini. "Il fenomeno del tattoo tourist, tra chi se lo può permettere, è in crescita".
QUELLO CHE NON TI ASPETTI — Roma, Napoli e Milano (dove dal prossimo 8 febbraio si terrà la Tattoo Convention) sono il centro di questo mondo d’inchiostro e pallone. Nel capoluogo lombardo c’è Andrea Costa, che un po’ defilato nella sua fucina di Pero chiamata "Spektrum" ha inciso l’epidermide di una quarantina di calciatori di Milan e Inter: da Boateng a Sneijder, da Mexes e Stankovic fino a Balotelli (con l’ex fidanzata Fanny) e Donnarumma: "A Gigio ne ho fatti tre: la scritta family, poi un pallone stretto tra due guanti da portiere e una serie di numeri legati a un evento privato che non posso rivelare. In generale, i temi legati all’unione e alla forza del nucleo familiare, tra gli sportivi, sono i più richiesti". Il prossimo sarà il fantasista turco Hakan Calhanoglu, "10" del Milan, che l’ha già contattato per un appuntamento da definire nelle prossime settimane. Nella Capitale lavora invece Francesco Cinti Piredda, che nel suo studio "Uno per cento" di via Ginori pratica soltanto di notte, dalle ventidue e trenta fino all’alba e unicamente su appuntamento, e ha lavorato con Candreva, Rocchi ma soprattutto con Francesco Totti e la moglie Ilary Blasi, che hanno scelto le sue tecniche di calligrafia d’ispirazione orientale per scambiarsi messaggi intimi e segreti: "Una sera si sono presentati addirittura coni figli, di ritorno da una trasferta burrascosa a Bergamo, e Francesco ha fatto scegliere ai ragazzi la scritta da imprimersi", racconta l’artista. Che vanta l’utilizzo di un carattere di sua invenzione che soltanto chi lo porta e chi lo imprime è in grado di decifrare. Messaggi che in prima battuta disegna grossolanamente direttamente addosso e in un secondo tempo finalizza, tanto da aver mandato a casa Totti dopo la prima seduta notturna, col disegno provvisorio sul corpo, non convinto fino in fondo del risultato. "Invece poi è tornato la notte successiva. E sull’avambraccio sinistro sfoggia una scritta che tutti hanno creduto significasse "Stefany", che è il secondo nome della moglie. Ma il suo reale significato è molto molto lontano da quello". Per Ilary, invece, una serie di pupazzetti stilizzati, in onore dei figli, e rami di ciliegio che richiamano forza materna e delicatezza femminile.
tcb — Ancora più grande la formazione che s’è seduta sulla poltrona di Enzo Brandi, che nel suo tattoo parlor in zona Vomero ha accolto Maggio, Lorenzo Insigne, Callejón e i fratelli Cannavaro. Oltre a Marek Hamsik, che ne sfoggia circa trenta e a suo dire è il più stoico di tutti nell’affrontare il dolore dell’ago. E così amato dai tifosi da averne sconfitto la proverbiale scaramanzia partenopea: "Il suo numero di maglia, il 17, lo vogliono tutti", dice, raccontando di aver accettato un giorno di farsi tatuare da Hamsik stesso, che gli ha impresso una sigla che nel linguaggio cifrato dei tatuatori racconta il rapporto di fiducia che si crea tra chi si sdraia sul lettino e chi agisce sul corpo lasciando segni indelebili: la sigla TCB.
AMORE PER LA TERRA NATIA — Per non contare i tatuaggi patriottici (Douglas Costa ha la mappa del Brasile) e quelli d’amore, col capofila Lionel Messi che ha voluto le labbra della moglie sotto l’ombelico e Mauro Icardi che s’è affidato al tatuatore argentino Artur Holy Koi per il ritratto di Wanda Nara all’interno dell’avambraccio sinistro, a distanza di bacio. Chi ama soprattutto se stesso, come Neymar, va dal tatuatore Asao Rosa di San Paolo per inneggiare alle proprie gesta: la scritta "Gigante por natureza" impressa sul suo petto era sicuramente già incisa nel suo orgoglio, se non già nella storia, prima ancora di finire sulla pelle.
Raffaele Panizza